­Presentazione del calendario del 2016

L’Orologiaio Matto del 2015 era dedicato al cibo.
L’Expo di Milano 2015 ha mostrato, tra l’altro, mirabolanti metodi per coltivare, allevare, ricavare cibo in lindi laboratori, coltivazioni in substrati particolari e sui muri… Fantascienza o futura realtà?

La gran parte degli umani ricava il proprio cibo dalla natura e dagli ambienti in cui vive a cui è legata perciò la propria sopravvivenza; per loro la Terra è ancora Madre. Per tutti gli umani, comunque ci si nutra, tutto ciò che serve a vivere, ma anche il superfluo, è prelevato dalle risorse del pianeta, dai diversi ambienti. La Terra con tutti i suoi ambienti è vita per tutti noi!

L’Ambiente è il tema del calendario dell’Orologiaio Matto per il 2016.

La questione ambientale si fa più presente e pressante anche per le emergenze che, con periodicità sempre più incalzante, incombono sul pianeta … e anche sull’Italia.
La massima autorità religiosa dei cattolici ha ritenuto di intervenire con un documento autorevole (l’enciclica “Laudato si”) ad impegnare i propri fedeli per la cura del creato. Per altro si susseguono summit e trattative internazionali sempre più vanesie ed inconcludenti, mentre chi “dal basso” lavora per la difesa degli ambienti minacciati e degli umani che ci vivono spesso rischia o perde la vita.

Dobbiamo dire che la più grave minaccia che l’ambiente subisce è nella nostra testa… L’impegno che l’ambiente ci chiede innanzitutto è di capirlo e poi di agire… Ha bisogno che cambiamo le domande da fare alla politica….e non basta chiamare la tecnologia “green tecnology” e le città “smart city”. Non c’è tecnologia che ci potrà restituire ciò che ci viene tolto.*

Presso molte culture “primitive”, “tribali” si preleva dall’ambiente solo ciò che serve chiedendo permesso e scusa; miti e tabù proteggono l’ambiente e la collettività che ne usufruisce.

Per noi popoli civilizzati occorre radicare il pensiero ambientale che deve diventare un modo “naturale” di pensare e di agire. È però necessario un apprendimento e la scuola ha un ruolo insostituibile per diffondere una “cultura della cura”.*

Una cura che accetti i limiti dello sviluppo, la condivisione delle risorse, la responsabilità della solidarietà, una cura per la Terra e per gli umani, e per restare tali.

*Tratto dall’intervento per questo calendario del prof. Paolo Pileri autore di “Cosa c’è sotto” –  altra economia ediz. 2015

 

Ambiente e migranti

In questi giorni (settembre 2015 ), ma da mesi ormai, i media trasmettono comunicazioni su un evento, epocale secondo alcuni, che ci coinvolge anche direttamente nei luoghi in cui viviamo. Donne, bambini, uomini in marcia o stipati in imbarcazioni più o meno galleggianti che si spostano verso territori e ambienti, che immaginano meno ostili alla loro vita rispetto a quelli da cui provengono. Umani che vediamo anche intorno a noi, incrociamo e a volte incontriamo. Molti di loro sono profughi ambientali, nel 2012 erano 32,4 milioni nel mondo* e sono in continuo aumento.
Pare che l’Europa, patria dei diritti (?), non riconosca loro il diritto a cercare di restare vivi, a provare a salvarsi. Salvarsi dai suoli desertificati, dalle terre corrotte da scarichi  di materiali velenosi o da coltivazioni “avanzate” (palma da olio, mais per biocombustibili…) quanto effimere. Salvarsi da eventi luttuosi non più tanto naturali e imprevedibili… e forzatamente “ricollocati” fuori dal loro ambiente alterato da dighe, miniere, corridoi tecnologici, strade, oleodotti. Anche l’ultima creazione della finanza globalizzata, il land grabbing, sta già producendo la sua quota di “ricollocati” in viaggio verso la speranza.

*International Displacement Monitory Centre 2013

file-pdfCopertina

file-pdf Mesi da gennaio a giugno

file-pdf Mesi da luglio a dicembre

file-pdf Terza e quarta di copertina